Bemberg di Gozzano

Nel 1792 Johann Peter Bemberg, già commerciante di vini francesi, inizia un’attività di commercio di indaco, olio, cotone, lino e lana a Elberfeld in Germania.

Johann Peter Bemberg (da Wikipedia)

L’attività si sviluppa e l’azienda, sotto la guida del pronipote Gustav Platzhoff, inizia a produrre fibra tessile artificiale, utilizzando il processo cuprammonio inventato nel 1890 dal francese Louis Despeissis.
Nei primi anni del ‘900 i due chimici Edmund Thiele e Emil Elsaesser perfezionano il procedimento arrivando a standardizzare quello che si chiamerà “Sistema Bemberg”.
Nel 1903 l’azienda si trasforma in società per azioni diventando J.P. Bemberg AG.

Il logo della casa madre a Wuppertal in Germania – 1933

Il 27 Maggio del 1925 viene fondata in Italia la “Seta Bemberg Società Anonima” dai due soci Ivo Walter e Marziale Dupont e inizia la costruzione dello stabilimento di Gozzano, su progetto dell’Ingegner Piero Ponci, che inaugura la produzione nel febbraio 1927. Già nel 1930 la fabbrica impiega 1000 dipendenti.
La località di Gozzano viene scelta per la vicinanza al lago d’Orta che può fornire acqua povera in calcare in grandi quantità e che costituisce anche un comodo sfogo per gli scarichi industriali.

Lo stabilimento di Gozzano in una cartolina d’epoca

Proprio questi scarichi indiscriminati costituiranno un problema enorme per il lago d’Orta che subirà danni immensi nella prima fase della vita della fabbrica, tra il 1927 e il 1940. Il problema dell’inquinamento del lago viene analizzato e documentato dettagliatamente grazie all’accurata ricerca di Rina Monti che pubblica, nel 1930, lo studio “La graduale estinzione della vita nel Lago d’Orta”. Dal 1952 la lavorazione dei linter grezzi viene spostata all’estero, per eliminare l’inquinamento da cloro e soda del trattamento, e i primi impianti di depurazione, che recuperano interamente il rame dai reflui per la successiva riutilizzazione, sono attivati nel 1958. Infine, nel 1976, la legge Merli impone alla Bemberg di eliminare anche l’inquinamento residuo da ammoniaca, cosa non facile da attuare poiché non esistono al mondo impianti simili che scarichino ammoniaca in un bacino chiuso: la progettazione del depuratore è quindi realizzata interamente da zero. Infine, tra il 1989 e il 1990, viene effettuata una imponente opera di bonifica del lago, per riparare ai danni fatti.

Lo stabilimento di Gozzano in una cartolina d’epoca

Il filato principale prodotto dalla Bemberg è il Cupro che si ottiene trattando i linter di cotone con ammoniaca e rame. Molto simile al tatto alla seta, viene utilizzato principalmente per le calze da donna. Il principale vantaggio del Cupro è la possibilità di utilizzarlo, a prezzi assai inferiori della seta, con gli stessi macchinari e le stesse tecniche di filatura. Anche i risultati del prodotto filato sono molto vicini alla seta naturale.

Le grafiche di Schipani per la Bemberg prima della Seconda Guerra Mondiale

Nel dopoguerra la Bemberg subisce la concorrenza economica delle fibre poliammidiche derivate dal petrolio (portate in europa dagli americani), che, però, risultano molto meno pregiate. Quindi il successivo utilizzo del Cupro, dopo le calze da donna (che vengono sempre più spesso realizzate in economico nylon) è quello delle fodere degli abiti più di pregio. Il tessuto naturale, infatti, risulta anallergico e non causa accumuli elettrostatici.
L’altro utilizzo massivo che viene fatto del Cupro è costituito dai tessuti di arredamento.

Nel 1954 anche la Bemberg inizia a produrre nylon, in seguito ad un accordo con la Aku (Algemeene Kuntzijde Unie N.V., azienda creata nel 1929 dall’unione tra la tedesca VGF e l’olandese .V. Nederlandsche Fabriek) che fornisce il know-how tecnologico, con il marchio commerciale “Ortalion” (in omaggio al lago d’Orta).

Le grafiche di René Gruau per la Bemberg

E’ da ricordare, a partire dal 1955, la collaborazione dell’azienda con il famoso grafico Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate (in arte René Gruau) che crea delle locandine spettacolari per i prodotti Bemberg.

La crisi dell’industria tessile, a partire dagli anni ‘90, coinvolge anche la Bemberg per cui inizia un lento declino. Il 12 Marzo 2009 lo stabilimento chiude definitivamente e resta praticamente intatto, ingiuriato solo dal tempo e da sporadici ladri di rame, sino al 2022 anno in cui vengono smontati e rimossi tutti i macchinari esistenti.

Disegni tecnici

Due disegni tecnici degli edifici Bemberg, tratti dal libro “Il cemento armato nelle costruzioni civili ed industriali” del Prof. Ing. Luigi Santarella (Hoepli, 1928)

L’edificio caldaie (nella pianta indicato con K)
L’edificio preparazione soluzione (nella pianta indicato con P)

Mappa dello stabilimento e principali funzioni degli edifici

  • A: Produzione poliammidico (Ortalion)
  • B: Lavorazioni tessili
  • C: Produzione Cupro matasse
  • D: Produzione Cupro bobine
  • E: Magazzino spedizioni
  • F: Magazzino
  • G: Tintoria
  • H: Officina
  • I: Centrale elettrica
  • I1: Trasformatori
  • J: Centrale termica
  • K: Ricuperi
  • L: Ricerche
  • M: Deposito liquidi chimici
  • N: Deposito ammoniaca
  • O: Precipitazione rame
  • P: Preparazione soluzione
  • Q: Mensa
  • R: Uffici centrali
  • S: Autorimessa
  • T: Infermeria
  • U: Spogliatoi
  • V: Vigilanza

L’abbandono

In Bemberg il tempo ha fermato la dignità dentro e nei dintorni dello stabilimento inaugurato nel lontano 1925. Il tempo dignitosamente ha lasciato tracce sedimentate sulle pareti, sulle macchine, lungo le corsie. Perfino nei rumori, nei mormorii e nelle esalazioni ha filato trasparenti tele di perseveranza e rigore.

Renè Gruau

Lo stabilimento, gli uffici e gli spogliatoi

Le linee di produzione

La centrale elettrica e i laboratori chimici

I magazzini, le officine e gli impianti

Approfondimenti e fonti

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