SAFAU di Udine

Nel 1939 Giovanni Zadussi e Serafino Galotto rilevano l’attività delle “Ferriere di Udine e di Pont Saint Martin”, fondate nel 1883, e creano quella che, nel 1942, sarà denominata “Società per Azioni Ferriere ed Acciaierie di Udine“.

La SAFAU, a pochi anni dalla nascita, è già dotata di un’acciaieria elettrica con forno da 4 tonnellate, una fonderia per getti d’acciaio, due treni di laminazione per barre tonde, un reparto fucinatura e stampaggio a caldo, un reparto produzione e compressione ossigeno, un impianto per la produzione di acetilene e un reparto trafilatura.

Nel 1948 viene installato un secondo forno elettrico da 8 tonnellate e l’anno successivo un forno Martin-Siemens a nafta pesante. La grande ciminiera viene realizzata proprio in questa fase.

Acciaieria SAFAU di Udine
Quello che rimane del forno Martin-Siemens

Nel 1952 lo stabilimento viene collegato direttamente con la rete ferroviaria e, nel 1955, viene installato un forno elettrico ad arco da 40 tonnellate. Si costruisce inoltre un nuovo laminatoio per barre e profili, un impianto per la colata continua dell’acciaio (primo in italia, nel 1957) e un ulteriore forno elettrico Lectromelt da 30 tonnellate.

Nel 1960 il volume di produzione è di 130.000 tonnellate d’acciaio e 55.000 tonnellate di laminati. La produzione è concentrata principalmente nella realizzazione di lingotti da trasformare in tubi senza saldatura.

Nel 1969 alla SAFAU sono in funzione 4 forni: da 4, 8 e 40 tonnellate, oltre al Martin-Siemens.

Nel 1976 apre il nuovo stabilimento a Cargnacco e la produzione viene spostata in questa nuova sede, soprattutto a causa di considerazioni di inquinamento ambientale.

Lo stabilimento di Udine chiude, definitivamente, nel 1978.